Turismo, la mixology seduce i luoghi dell’ospitalità del Belpaese

Lug 30, 2020 | News

Cocktail e amari, distillati e liquori, filo conduttore della 44^ guida ai locali storici d’Italia

È ricco di aneddoti legati ai locali sto­rici d’Italia il mondo della mixology. Spiriti e grappe, cocktail e amari, distillati e liquori: tante sono le forme che prende quella che Dave Arnold, fondatore del Museum of Food and Drink di New York, in suo  libro definisce «l’in­telligenza liquida». Così come tante sono le curiosità legate ai drink – più o meno alcolici – che ritroviamo nei luoghi leggendari dell’ospitalità, un viaggio in lungo e in largo attraverso tutta la penisola, da nord a sud, andata e ritorno. Mixando aneddoti, ricette segrete, antiche tradizioni di famiglia. E pure un po’ di gossip. In alto i calici: il mondo della miscelazione, a cominciare da quel Campari Seltz diventato cult al Caffè Camparino di Milano (lo frequentavano Verdi e Puccini), è il filo conduttore dell’edizione n. 44 della Guida ai locali storici d’Italia, volume dedicato  all’arte dell’accoglienza e del gusto che traccia una mappa dei 213 luoghi-simbolo del Belpaese (tra alberghi, ristoranti, confetterie, caffè letterari e fiaschetterie) dove ancora si respira il buon tempo andato, la cultura e la raffinata ospitalità Made in Italy. Ognuno con una particolarità: dai più antichi a quelli frequentati da regnanti e letterati, quelli dove sono stati inventati piatti e bevande poi diventati famosi e quelli che meritano una visita per gli arredamenti originali o le tele d’autore.

Turismo, la mixology seduce i luoghi dell’ospitalità del Belpaese

Qualche citazione: il ristorante Biffi a Milano con la sua Crema Mengoni, dedicata al progettista della Galleria Vittorio Emanuele II che l’ha ispirata; il cocktail bar Ch 18 87 del ristorante Checchino di Roma con gli originali Bloody Vaccinara (un Bloody Mary con sugo filtrato di coda alla vaccinara al posto del succo di pomodoro), New Pope (la versione romana del Negroni travestito da dry Martini) e Trikini, il lato fresco del daiquiri all’insegna della neuro gastronomia. Per un tuffo nel passato, ma sempre al gusto daiquiri, il Grand Hotel Tremezzo di Tremezzina (CO) offre una selezione di miscelati vintage tra cui quello creato nel ’39 in onore di Hemingway. Giusto qualche anno prima Luis Armstrong ordinava un Americano al Grand Hotel Sitea di Torino, un cocktail che, insieme al Gin Tonic, ha reso celebre il Caffè Dante Bistrot di Verona. Attraversando il Veneto, non si può non citare la Grapperia Nardini di Bassano del Grappa, dove l’arte del distillato incrocia quella dei mixati nel Mezzoemezzo, a base di due liquori della più antica distilleria d’Italia.

Turismo, la mixology seduce i luoghi dell’ospitalità del Belpaese

Dalle rive del Brenta a quelle della Laguna, i drink d’autore passano per il Gran Caffè Lavena con il suo Lavena Point (purea di fragole fresche, Select e Prosecco a colmare), ma anche dall’Hotel Excelsior Venice Lido Resort, che propone una versione potenziata dell’immancabile Spritz. E se in piazza San Marco è proprio un cocktail, il Florian 300, a celebrare i 3 secoli dello storico caffè, chi al mare preferisce la montagna può raggiungere la patria dell’Hugo a Parcines (BZ), dove il ristorante Museumstube Bagni Egart Onkel Taa ha dato vita allo speciale spumante ai fiori di sambuco.

Franco Borrelli -

In ogni pagina, curiosità a pioggia. Nella came­ra numero 10 dell’Hotel Danieli di Venezia, nel 1834 si consumò la tor­mentata e scandalosa (per i tempi) passione tra George Sand, pseudonimo della trasgressiva e mascolina scrittrice francese Amantine Lucile Dupin – che si vestiva da uomo e fumava il si­garo – e l’aristocratico e fragile poeta e scrittore Alfred de Mus­set. Per gli amanti della letteratura, la camera 404 del Parkhotel Luna Mondschein di Bolzano è stata occupata dallo scrittore Luis Sepúlveda nel 2008. Altro lussuoso monumento dell’ospitalità, il Grand Hotel Majestic (già Baglioni) di Bologna: nel palazzo che fu Seminario Arcivescovile, tra marmi e stucchi ha accolto Sinatra e la Gardner, re e regine, i Savoia, lady Diana, la Loren. Splendidi gli affreschi cinquecenteschi dei Carracci: Storie di Europa sul soffitto a cassettoni della sala «Camerino di Europa» e Le quattro stagioni su quello del raffinato ristorante «I Carracci».

Turismo, la mixology seduce i luoghi dell’ospitalità del Belpaese

Numerosi anche i primati riportati in calce al volume. per dire: l’Albergo Italia al Colle del Gran San Bernardo è il locale storico più in alto d’Italia: sedici belle suite a 2.474 metri di quota; mentre il Caffè Mulassano e il  Bicerin, entrambi di Torino, sono i più piccoli locali storici del mondo. Invece, la Sala Michelangelo del Grand Hotel & La Pace di Monte­catini Terme è la più grande sala in stile Liberty senza colonne esistente al mondo.

La Guida – senza fini di lucro e patrocinata dal ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – è gratuita e disponibile anche in formato app con geolocalizzazione, da  lunedì 27 luglio in tutti i locali storici d’Italia.

Rassegna stampa – Locali storici d’Italia: 27/07/20 LA STAMPA Viaggi & Cucina