Assaggiare Verona: 10 indirizzi per mangiare bene durante il Vinitaly ( e non solo)

Apr 8, 2019 | News

Assaggiare Verona: 10 indirizzi per mangiare bene durante il Vinitaly ( e non solo)

Una delle sale del 12 Apostoli, stella michelin veronese

 

 

Uno speciale itinerario gastronomico per orientarsi in questi giorni nella città di Romeo e Giulietta (e del vino).

 

E sono 53: Verona si prepara ad accogliere la nuova edizione del Vinitalydal 7 al 10 aprile, portando tra gli spazi della Fiera (circa 95mila metri quadrati) migliaia di espostori e una media di circa 150mila visitatori, tra appassionati del mondo enologico, ristoratori, distributori ed esperti del settore.

Così la città scaligera in questi giorni diventa il fulcro dell’enogastronomia italiana (e non solo), popolandosi di turisti e visitatori spesso molto attenti al buon bere e mangiare: un’ottima occasione, insomma, per scoprirne sia le bellezze che ha reso la città patrimonio Unesco – tra echi shakespeariani e retaggi romani, richiami medievali e influenze austriache – ma soprattutto per provare una delle scene culinarie più interessanti della regione. Verona, infatti, riesce ad esprimere un interessante equilibrio tra storia e slancio contemporaneo, con grandi ristoranti tradizionali e insegne più recenti aperte a suggestioni internazionali.

Ecco una piccola, e non esaustiva, lista di indirizzi dove poter apprezzare questo connubio, scelta dalla Guida ai Sapori e ai Piaceri del Veneto. A VinitalyLe Guide di Repubblica arrivano inoltre con due nuovi volumi della collana Italia del VinoOrvieto Doc Classico e Vino Nobile di Montepulciano. La prima guida sarà al centro dell’incontro dal titolo “Il vino è territorio”, previsto per lunedì 8 aprile, ore 10.30, al Corridoio dei Signori (tra il padiglione 11 e 12). Mentre dell’eccellenza toscana si parlerà martedì 9, sempre alle 10.30 al Corridoio dei Signori, nell’incontro dal titolo “Il vino è cultura”.

12 Apostoli 

Assaggiare Verona: 10 indirizzi per mangiare bene durante il Vinitaly ( e non solo)

Uno dei piatti del 12 Apostoli

Parlando di locali storici, a Verona non si può prescindere da quello della famiglia Gioco: qui storia e imprenditorialità, eleganza e lungimiranza, creatività e tradizione si legano con incredibile leggerezza, anche grazie alla bravura di Filippo nel saper rinnovare una formula e un locale che vanno avanti da un secolo, senza perdere nulla delle antiche radici. Nuova freschezza sia nelle sale arredate con eleganza, che nella cucina governata dall’ impeccabile Mauro Buffo, autore di piatti come il risottino rafano e fegatini di pollo, ma anche l’ostrica e midollo o la “Codega” (maiale soffiato e pancetta speziata) che sanno declinare tradizione e territorio con intelligenza e divertimento.


Al Bersagliere

Assaggiare Verona: 10 indirizzi per mangiare bene durante il Vinitaly ( e non solo) Al Bersagliere, la cantina

Una trattoria come quelle di una volta ma con un tocco avvolgente e caldo, tra boiserie, il juke box nell’angolo, le travi in legno al soffitto, quadri e poster di artisti jazz al muro e il bel bancone ad accogliere l’ospite. La cucina è di impronta tradizionale e ben curata fin dalla selezione delle materie prime, dal lardo della Valpolicella alla sopressa veneta, dal petto d’oca affumicato fino al baccalà. Impeccabili i bigoli all’anatra e il baccalà alla veneta con polenta. Chiusura da antologia con il diplomatico preparato con il pandoro.


Al capitan della cittadella

 

Il mare a due passi dall’Arena: questa, in sintesi, la formula vincente del locale nato dalla collaborazione di Giancarlo PerbelliniRoberto Piombini, Remo Pasquini e Andrea Manzoli che ne governa anche la cucina. Separè di ferro con bolle, tinte blu, un muro che riproduce un bagnasciuga e, sulle pareti, pesci realizzati da un’artista di Livorno con materiali recuperati dalle mareggiate. L’atmosfera di stampo marinaro prepara l’ospite a piatti come la ricciola grigliata con bottarga di tonno e salsa Mornay affumicata ai cavolfiori, una vasta scelta di crudi o le seppie con puntarelle, fino a “incursioni” regionali come il cappon magro, da abbinare a una interessante selezione di vini.


Al Cristo

Altro efficace e rinomato esempio di una tradizione importante e mai datata, capace di cambiar pelle ma non natura. Il servizio e la cucina sono più dinamici, versatili e informali, ma sulla qualità non si transige: che siano i crostacei freschi o i crudi di pesce declinati con suggestioni giapponesi (vedi l’ottimo tataki di salmone con broccolettiuova di salmone Ikura e salsa sumiso) o in forma di tartare secondo mercato o attraverso le proposte del menu bistronomique tra carpaccio di pesce e scampi siciliani, pistacchio, bottarga di muggine e Yuzu Vinaigrette. Una sicurezza in città, per qualità e varietà dell’offerta.


Antica bottega del vino

Assaggiare Verona: 10 indirizzi per mangiare bene durante il Vinitaly ( e non solo)

Antica bottega del vino

Storico indirizzo dove poter apprezzare appieno l’intenso e antico legame che unisce la città scaligera al vino. Nato nel 1500 durante la Repubblica di Venezia, e oggi gestito dall’associazione “Le Famiglie Storiche dell’Amarone“, è sempre stato ritrovo di artisti e intellettuali, e ancora oggi si organizzano eventi culturali, tra reading di poesie e appuntamenti enologici. Ogni angolo sembra trasudare storia, tra mobili d’epoca, mura colorate e tante bottiglie lungo le pareti e nella traboccante cantina, che custodisce oltre 4500 etichette per qualsiasi esigenza, dalla collezione all’aperitivo. La cucina è sempre all’altezza di un’offerta enologica così di pregio, tra classici come il risotto o la guancia di manzo brasata all’ all’Amarone, e proposte più fantasiose come i calamari crudi con uovo di quaglia, caviale, zenzero e soia o i calamaretti spillo fritti con lime e jalapeño.


Assaporito – Guglielmo Vuolo

Assaggiare Verona: 10 indirizzi per mangiare bene durante il Vinitaly ( e non solo)

Per provare una pizza come si deve, bisogna allontanarsi dal centro storico per far tappa in questo colorato locale dalle diverse anime, con una fornita bottega gastronomica dai sapori mediterranei e meridionali, un angolo caffè e ovviamente una delle pizzerie più interessanti della città. Merito del maestro Guglielmo Vuolo, capace di portare a Verona i profumi di Napoli, con qualche interessante rivisitazione. Così la classica montanara si presenta con sugo di pomodoro, Monte Veronese e basilico, mentre sembra di passeggiare sul Lungomare Caracciolo quando arriva in tavola la pizza omonima, con fiordilatte, alici fritte, alghe croccanti e limone grattugiato. Da non perdere, in apertura, gli “scugnizielli Vuolo”.


Casa Perbellini

Giancarlo Perbellini gioca in casa e lo fa benissimo. Lo chef ha un rapporto felice con Verona, che ha saputo ravvivare dal punto di vista culinario con aperture e collaborazioni mirate. Questa è un po’ la punta di diamante, ma non c’è da aspettarsi formalismi di sorta: è davvero come entrare in casa di Perbellini, e alla porta potrebbe esserci lui ad accogliere l’ospite. Un gioco ben riuscito che mette proprio il cliente al centro di un’esperienza culinaria appagante e ogni volta diversa, grazie a un tempismo perfetto tra sala e cucina – a vista – che rende la piccola sala una sorta di grande chef table. La brigata giovane e affiatata sa improvvisare molto in base al mercato e alla stagione, ma non mancano i classici come il wafer al sesamo con tartare di branzinocaprino all’erba cipollina e sensazione di liquirizia, o piatti sempre nuovi come l’ombrina, cipollotto fondente, vinaigrette all’acetosa e mela verde. Minuziosa la selezione di vini pregiati italiani e d’Oltralpe, grazie alla continua attività di scouting in giro per l’Europa.


Il Desco

Un elegante palazzo del centro storico ospita uno dei ristoranti più rinomati in città, frutto della gestione accorta e lungimirante della famiglia Rizzo, con papà Elia che da qualche anno ha lasciato al figlio Matteo il timone della cucina. Un passaggio di consegne che si può apprezzare nella linea culinaria quasi minimalista, dove la semplicità si persegue per sottrazione. E unendo tecnica e raffinatezza, dando vita a piatti come la zuppa di granciporro, ceci, quinoa soffiata e olio aromatico o il polpo e lingua di vitello, puré di topinambour, rapa bianca, salsa verde e mostarda. La sala conserva un’eleganza senza tempo tra soffitti a cassettoni e pavimenti in marmo rosso veronese, quadri e tendaggi colorati e una candida mise en place. Servizio garbato e professionale; carta dei vini in perfetto equilibrio tra novità e rassicurante classicismo.


I Masenini (trattoria e pescheria)

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Stessa insegna per due locali dalle anime diverse, ma accomunate dall’identica attenzione alla qualità delle materie prime, declinate con gusto contemporaneo e senza eccessivi sofisimi. In fondo, dietro entrambe c’è lo zampino di Elia Rizzo, patron del Desco e fine conoscitore del mondo enogastronomico. Da un lato la Trattoria, in via Roma 34 – in vista del castello scaligero – dal fascino classico, con cucina a vista, boiserie in legno e pavimento a scacchi e una cucina prettamente di terra: piatti come la coppa di maialino con salsa di mostarda o la zuppa di cipolle in crosta sono dei cult. Dall’altro lato, la Pescheria che nel nome omaggia sia l’omonima piazza a ridosso dell’Adige in cui si trova, sia una cucina di mare fresca, dai sapori netti e riconoscibili, frutto di accostamenti garbati e centrati. Da provare, ad esempio, la piovra arrosto con spinaci e spuma di cacio e pepe, o gli spaghettini di calamari crudi e insalatina, senza contare i crudi di giornata della pescheria, tra i più apprezzati in città.


Oste oscuro

Un tempo questo elegante locale ospitato in un palazzo settecentesco era un’osteria aperta fino a tardi, quando fuori era buio pesto: da qui, il soprannome “oste oscuro” allo storico titolare. Il nome è rimasto in omaggio a quei tempi, ma oggi tra le mura originali a vista. impreziosite da arredi di sobrio charme e una mise en place minimale, va in scena una cucina di mare molto interessante, tra le più rinomate in città. Solo pesce “selvaggio”, pescato in acque sarde o nell’Adriatico, per arrivare in cucina entro 12 ore: questa, in breve, la linea del patron Simone Lugoboni, delicata e originale, senza mai alterare il sapore naturale del pesce. Piatti come il polpo di Sardegna scottato con zucca, paté di olive nere, zenzero e finferle, la zuppa di pesci e crostacei della casa o gli spaghetti con alici di Menaica, aglio nero, cozze, capperi disidratati e limone, sono un compendio di freschezza. Vero bonus la piccola corte interna, per godersi una silenziosa atmosfera soprattutto in estate. Ben ragionata la carta dei vini, che sa alternare interessanti proposte al calice, mezze bottiglie e importanti etichette di champagne e spumanti, con focus sulle realtà francesi e sul territorio veronese.

 

Rassegna stampa – Locali storici d’Italia 04.04.19    Repubblica.it: il quotidiano online con tutte le notizie in tempo reale.