Nel documento datato 4 aprile 1782, che proibiva l’introduzione di “vini forastieri” nello Stato di Lucca e affidava il controllo a un gruppo di notabili, è citata tra le osterie sulle quali bisognava “invigilare”. Durante l’Illuminismo, sulle sue panche si leggevano opere proibite come il Decameron. Nell’Ottocento, era locanda e stazione di posta con rimessa e stallaggio. Depositario della ricetta di uno tra i più antichi cibi d’Italia, la zuppa di farro, con i suoi sapori ha catturato Puccini, Pea, Ezra Pound, re Gustavo di Svezia, Visconti, e le lodi dei più prestigiosi giornali del mondo.