Da Altino a Mazzorbo, tra orti e vigneti e gite in barca tra classici itinerari a percorsi meno conosciuti
«Si venne formando all’estremità superiore del mare Adriatico una vasta palude, la quale talvolta sommersa, venne in parte abbandonata dalla marea. I punti più elevati furono occupati, rafforzati coll’arte, e per tal guisa sorse Venezia, formata di un complesso di cento isole, e circondata di cento altre». Molte di quelle cento isole che Goethe menziona nei sui “Ricordi di viaggio in Italia” (era il 1786) oggi non esistono più – sommerse dalle acque che gli scavi di canali profondi alle bocche di porto hanno fatto innalzare, con danni anche alla città colpita dalle alte maree – eppure le isole che rimangono, a volte protette dal mare da argini artificiali, sono oggi luoghi vivi capaci di emozionare.
Torcello
Paesaggi, luci, natura, ma anche incontri, sapori ed esperienze promettono al visitatore una Venezia “altra”. E mentre il jet-set internazionale si dà appuntamento al Lido per la Mostra del Cinema della Biennale, tra Burano e Mazzorbo, Torcello e San Francesco del Deserto si respira un’atmosfera differente, rilassata e naif eppure autentica espressione del mondo lagunare.
Tra archeologia e sapori
Se è vero che – per dirla con Thomas Mann – «in nessun altro modo se non per nave, dall’ampio mare, si sarebbe dovuto porre il piede nella città inverosimile tra tutte», un punto di partenza ideale è l’ingresso a nord in laguna da Altino, a breve distanza dall’aeroporto. Intorno al prezioso Museo Archeologico della cittadina (ig @museoaltino) si estende un’area archeologica ampia, oggi in gran parte interrata. Altino era un’urbe importante nella prima età imperiale – con una enorme attività portuale e produttiva – mentre il vescovado di Torcello contava migliaia di abitanti e ricchi insediamenti benedettini.
Da Altino si può partire con il trasporto di linea gestita da Laguna Fla (www.lagunafla.it) che collega ogni giorno Altino a Torcello, Burano e San Francesco del Deserto, ma anche con il tradizionale Bragozzo o con un cofano a fondo piatto incrociando le 72 isole emerse in laguna, ammirando flora e fauna di un contesto ambientale unico al mondo. Oltre agli itinerari classici (Burano, Murano, Torcello), è possibile navigare tra isole abbandonate o private. I fratelli Massimiliano e Pier Paolo Zane accompagnano gli ospiti anche in programmi serali e giornate di meditazione.
Approdati a Burano, la storica cooperativa San Marco propone esperienze di pescaturismo, alla scoperta dei luoghi più suggestivi e delle tradizioni della laguna (www.pescaturismoburano.it). Le escursioni permettono di vedere all’opera i pescatori di seppie, di vongole, di moeche (i meravigliosi granchi che si mangiano nella fase della muta del carapace) e il pescato viene proposto in ristoranti o anche a casa di una famiglia di pescatori. Tra metà settembre e ottobre si possono prenotare gli itinerari. A Burano una tappa gourmet è la Trattoria da Romano (uno dei Locali storici d’Italia), dove tra un risotto ai gò o al nero di seppia e una frittura si scoprono i dipinti appesi, “scarti” della Biennale che il fondatore Romano barattava con artisti allora sconosciuti in cambio di un pasto.